L’assenza di una persona cara è un vuoto che non chiede di essere riempito, ma abitato. La scrittura poetica ha fatto della parola una presenza viva. La forma diaristica, mi si è imposta. Ho deciso di non spaventarmi e seguirla. Nelle parole arrivate, ho trovato uno spazio.
Annotazioni di un’assenza è un diario poetico sull’assenza della madre. La poesia nomina il dolore in ciò che succede nella quotidianità: i momenti d’irrealtà, gli sfasamenti temporali, le incapacità e le intolleranze, nonché i luoghi, i gesti, gli odori d’infanzia.
La lingua usata è semplice, vicina alle cose dette, prossima alla lingua della madre, alla sua vita e alla nostra vita insieme.
La forma diaristica è l’esperienza di scrittura che risponde, nel bianco della pagina, al bisogno di respiro, di riposo e si fa sorgente che dona ritmo: il silenzio, l’afasia, le pagine quasi vuote di scrittura come valore strutturante dell’opera. Anche la parola sembra morire e poi trasforma nel tempo.
Il diario si conclude con due poesie in dialetto che è il ritrovamento di un calore intimo particolare, che solo la propria lingua, dono della madre dà: “la mia e to’ lengua”.